Sono presidente di questa cooperativa dall’ottobre del 2009. La decisione di lavorare nel mondo della disabilità l’ho maturata all’università: prima pensavo che una persona disabile nasceva tale e così sarebbe rimasta per tutta la sua vita. In realtà occuparsi della disabilità vuol dire tutt’altro, e questo l’ho potuto sperimentare nei miei cinque anni di lavoro come educatrice nella comunità Agàpe.
Lavorare con queste persone significa scoprire tutte le potenzialità che ci sono in loro e aiutarle a svilupparle, a tirarle fuori.
E’ un lavoro lungo, difficile, ma che dà soddisfazioni incredibili, in primo luogo ai ragazzi stessi: è un lavoro fatto di piccole cose, di piccoli traguardi, perseguiti davvero giorno per giorno, con costanza, dedizione, passione. Senza questi ingredienti è impossibile fare questo lavoro.
Il risultato lo si vede nei piccoli gesti (un ospite che dopo un anno e mezzo riesce a chiamare ogni operatore per nome, oppure che impara a mangiare da solo, o che riesce a dirti quando sta bene o qualcosa lo fa soffrire, …) o nei grandi cambiamenti (ospiti che dopo un percorso in comunità possono andare a vivere in un appartamento, che frequentano un tirocinio lavorativo, che riescono ad uscire da soli, che sanno gestire le forti emozioni,…).
Di esempi così ce ne sarebbero milioni: tutte queste cose ci portiamo noi educatori ed operatori come momenti significativi: è il veder crescere quelli che noi chiamiamo i nostri ragazzi, vederli maturare, diventare adulti anche se anagraficamente sono adulti da tempo. E’ vedere che tutti, operatori e ospiti, ci sentiamo parte di qualcosa che è difficile definire: noi siamo parte della loro vita e loro sono parte della nostra, in maniera reale, come una famiglia, una famiglia speciale, dove il successo di uno è il successo di tutti.
Una delle difficoltà maggiori di questo lavoro è far capire alla gente che cos’è la disabilità, che spesso fa paura. Quello che mi piacerebbe fare in futuro è aiutare, nel nostro piccolo, a diffondere un messaggio diverso, che nella disabilità c’è più normalità di quanto la gente comunemente pensi. Per questo è importante per noi del settore aprire le porte all’esterno, farci conoscere, essere sempre presenti.
Il bilancio di questi anni della cooperativa non può che essere positivo. Oggi mi è più facile capirlo per il ruolo che occupo: tutti i dipendenti si adoperano quotidianamente per raggiungere il benessere dei nostri ragazzi e questo rimane il dato fondamentale su cui fare un bilancio. Lo vedo ogni volta che uscendo dal mio ufficio “incrocio” i ragazzi: lo vedo nei loro occhi, nel loro modo di stare con noi e nella fiducia che ripongono in noi (il tutto grazie all’importante supporto e stima che abbiamo dalle loro famiglie). Fare il presidente vuol dire tante cose: è un impegno, una responsabilità, bisogna far quadrare i conti, occuparsi dell’amministrazione,…, ma poi ci sono i ragazzi, per i quali io sono sempre e solo Valeria, a ricordarmi quale deve essere il mio unico impegno: verso di loro.
Il Presidente
Valeria Coran